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Guardie mediche di Vibo, pronto un piano di tagli. Ma l’Asp intende consultare prima i sindaci

La carenza di personale sanitario impone un massiccio programma di accorpamenti

La carenza di medici non riguarda solo gli ospedali e le strutture sanitarie in genere ma anche le postazioni di continuità assistenziale, meglio note come “guardie mediche”. Un problema che l’Asp di Vibo sta cominciando ad affrontare al punto che gli uffici sono a lavoro per mettere a punto una proposta in grado di fronteggiare le gravi carenze. Come? Attraverso la riorganizzazione delle postazioni alcune delle quali saranno destinate ad essere definitivamente tagliate. Un problema annoso che molto spesso in passato ha visto i sindaci e con loro la politica insorgere contro i tagli. E così le postazioni nel corso degli anni sono rimaste in piedi anche in piccoli centri con seicento abitanti. Ora la musica è cambiata e le Asp non possono fare finta di nulla, nonostante la politica è sempre pronta a mettersi di traverso. I medici per coprire i turni nelle 39 postazioni dislocate su tutto il territorio provinciale non ci sono. Al momento la continuità assistenziale viene garantita solamente grazie alla disponibilità di sanitari in servizio che fanno i salti mortali per coprire i turni vacanti. Il piano messo a punto dagli uffici del Distretto sanitario, da quanto è trapelato, è stato immediatamente congelato dalla commissaria Maria Bernardi che teme le saette di sindaci e politici. E alla vigilia delle nomine e dei nuovi assetti regionali nessuno è disponibile a mettere a repentaglio la propria “poltrona”.

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