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Processo Stop and go a Catanzaro, condanne confermate

Arriva la sentenza d’appello della Corte dei conti per dirigenti e dipendenti dell’Asp

La sede dell'Asp di Catanzaro

Anche in appello la Corte dei conti conferma le condanne per dirigenti e dipendenti della Asp di Catanzaro, per la mancata realizzazione del progetto “Stop and go” finanziato dalla Comunità europea. I giudici romani hanno ribadito la sentenza emessa dalla sezione catanzarese della magistratura contabile. Nel gennaio 2020 i giudici del capoluogo calabrese avevano condannato Giuseppe Romano in qualità di direttore del servizio informativo, Francesco Francavilla all’epoca dei fatti direttore dell’unità operativa gestione risorse economiche, a pagare rispettivamente 68.309,90 euro e 13.553,31 euro per attribuzioni extrastipendiali, più altri 37.668,06 euro con una ripartizione interna del 30% a carico del Romano e del 15% a carico del Francavilla. Sempre Romano e Francavilla erano stati condannati a versare 20.803,90 di costi diretti e indiretti. Il solo Romano invece era stato ritenuto responsabile di danno erariale per 53.375 euro per il protocollo Federsanità-Anci. La Corte aveva condannato anche la dipendente del servizio informativo dell’Asp Silvia Lanatà a pagare ciascuno 13.979,18 euro; l’addetto alla gestione della spesa Francesco Grillone a 6.773,89 euro; la collaboratrice amministrativa dell’unità gestione risorse economiche Cosimina Caterina Simonetta a 1.323,73 euro. I loro appelli sono stati tutti rigettati. I giudici romani hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da Ieso Rocca Ieso, mentre è stata stralciata, e verrà giudicata separatamente, la posizione di Giuseppe Fazio. Non avevano invece presentato appello Francesco Papaleo (condannato in primo grado a pagare 1.225,30 euro) e Damiano Congiusta (condannato in primo grado per 579,05 euro).

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