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Isola Capo Rizzuto, sigilli al camping "Marinella": 30 indagati e sequestro da 2,5 milioni di euro

Nella mattinata odierna il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Catanzaro supportato dai militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Crotone ha dato esecuzione ad un’ordinanza del Gip del Tribunale di Crotone, con la quale è stato disposto il sequestro preventivo delle strutture abitative e dei terreni ubicati all’interno del Villaggio - Camping “Marinella” nel Comune di Isola Capo Rizzuto.
L’attività investigativa, denominata “Vista Mare”, ha consentito di accertare, a carico di 30 indagati, gravi elementi di reità in ordine ai reati di lottizzazione abusiva in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, realizzazione di opere in assenza di permesso di costruzione, falsità ideologica in certificati commessa da esercenti un servizio di pubblica necessità, falso, scarico abusivo di reflui industriali.
I provvedimenti scaturiscono a seguito delle risultanze investigative di tipo tecnico e dinamico, documentate dai Carabinieri del Noe di Catanzaro, protrattesi per più mesi, a corollario di una complessa manovra investigativa, iniziata da poco meno di un anno, finalizzata a verificare le suddette ipotesi di reato.
I militari nel corso delle indagini hanno accertato che il complesso turistico, stratificatosi nel corso degli anni, presentava tutte le caratteristiche di una struttura ricettiva avente i requisiti di uno stabile insediamento residenziale, in quanto erano state realizzate opere edilizie e di urbanizzazione primarie tipiche degli edifici a scopo residenziale.
Gli indagati, infatti, in luogo di “case mobili”, a temporalità stagionale, avevano realizzato strutture abitative fisse, consolidandole con opere in muratura e ampliamenti volumetrici, quali verande e terrazze, non autorizzati, dotate di condizionatori d’aria e sistema di ricezione Tv satellitare, con collegamenti a utenze di rete elettrica, idrica e gas.
Nel corso delle attività i militari del Reparto Speciale dell’Arma sottoporranno a sequestro le 25 villette e le altre opere edilizie abusive (piscine, area docce, strade di accesso al mare), realizzate in violazione delle normative vigenti. Il valore del sequestro ammonta a circa 2,5 milioni di euro.

Legambiente Calabria esprime soddisfazione per il sequestro preventivo delle strutture del Villaggio Camping “Marinella” di Isola Capo Rizzuto, disposto dalla Procura di Crotone ed eseguito dai Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione ecologica, con il supporto dell’Arma territoriale, nell’ambito dell’operazione “Vista mare”. Nel villaggio sono state realizzate 25 villette con relativi allacci ad utenze e scarichi ed altre opere abusive come piscine e strade di accesso al mare per un valore di 2,5 milioni di euro. Gravissimi i reati contestati ai trenta indagati che vanno dalla lottizzazione abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico, alle opere realizzate in assenza di permesso di costruzione, alla falsità ideologica in certificati commessa da esercenti un servizio di pubblica necessità, al falso ed allo scarico abusivo. “Una ulteriore ferita - commenta la  presidente regionale  Anna Parretta -al territorio di Isola Capo Rizzuto ed alla sua Area marina protetta, uno dei tratti costieri più belli ed importanti della Calabria, sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici, ambientali ed archeologici. L’abusivismo edilizio ed i reati connessi al ciclo del cemento – continua Parretta -continuano a costituire una vera e propria piaga per la nostra regione. Nell’ultimo Rapporto Ecomafia presentato da Legambiente pochi giorni fa, la Calabria è al quarto posto, con ben 1082 reati, nella classifica nazionale del ciclo illegale del cemento. Ben quattro province calabresi si collocano nelle prime venti posizioni con  Cosenza al secondo posto, Reggio al quinto, Crotone al tredicesimo e Vibo al quattordicesimo posto.  Legambiente Calabria, anche attraverso il proprio circolo territoriale di Le Castella, proseguirà il proprio lavoro a salvaguardia del bene comune, e si costituirà parte civile nel procedimento penale in corso per chiedere l’accertamento della verità e la condanna dei responsabili”.

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