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Padre e figlio pestati dal branco a Cutro, in quindici patteggiano

Applicate condanne che vanno da un 1 anno e 8 mesi a tre anni agli autori delle due aggressioni avvenute il 19 maggio scorso

Hanno patteggiato la condanna le 15 persone coinvolte nel pestaggio avvenuto a Cutro la sera del 19 maggio scorso, ai danni del padre di 51 anni e del fratello 22enne di una ragazza 19enne che aveva deciso troncare il fidanzamento con Salvatore Oliverio, uno degli indagati.
Il gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, ha applicato a carico degli indagati le pene concordate tra accusa e difesa. L’attività investigativa diretta dal sostituto procuratore, Ines Bellesi, prese piede l’1 maggio scorso, dopo che la giovane si recò alla Stazione dei carabinieri di Cutro per denunciare «le faide» originatesi tra le due famiglie all’indomani della rottura del rapporto sentimentale con l’ex compagno. La 19enne, infatti, lamentava di essere stata «sottoposta ad un asfissiante controllo (ad esempio la configurazione dell’IPhone che consentiva di monitorare spostamenti)» da parte del suo ex. Da qui, la sua scelta di mettere la parola fine alla storia con Oliverio, cui seguì la richiesta da parte del 23enne di restituirgli i regali che fece alla giovane. Dopodiché, si susseguirono una serie di minacce e insulti su WhatsApp, ma anche attraverso Facebook e Instagram per mano degli Oliverio verso i familiari della giovane, fino ad arrivare alle due aggressioni. La prima si consumò alle 21 del 19 maggio contro il fratello della ragazza (con tanto di furto del giubbotto), mentre si trovava a Steccato di Cutro in compagnia di un amico. Finita la colluttazione, il ragazzo, raggiunto dal padre, decise di andare dai carabinieri per raccontare l’accaduto. Ma arrivati in via Nazionale, a pochi passi dalla Caserma, entrambi furono accerchiati da un branco composto da quindici persone, che pestò i due malcapitati, fino a lasciarli tramortiti a terra.
Sotto la lente dell'Arma finirono i componenti della famiglia Oliverio, noti a Cutro col soprannome “Frilli”, assieme ad alcuni loro fiancheggiatori, che avrebbero architettarono e partecipato alle brutali aggressioni. Dalle immagini delle videosorveglianza, gli inquirenti sono risaliti ai responsabili dei delitti, col primo blitz che scattò all’alba dell’8 giugno scorso.
Queste le condanne applicate dal gip: per Giovanni Oliverio (del 2001), 3 anni di reclusione; Fedele Oliverio (del 1972), 2 anni e 6 mesi; Salvatore Oliverio, 3 anni; Fedele Oliverio, 2 anni e 6 mesi; Giuseppe Oliverio, 2 anni e 6 mesi; Antonio Marchio, 2 anni e 2 mesi; Pietro Iembo, 1 anno e 10 mesi; Giuseppe Brescianini, 1 anno e 10 mesi; Rosario Oliverio, 1 anno e 8 mesi; Giovanni Oliverio (del 1995), 1 anno e 8 mesi; Giovanni Oliverio (del 1996), 1 anno e 8 mesi; Salvatore Marchio, 1 anno e 8 mesi; Giuseppe Pio Marchio, 1 anno e 8 mesi; Carlo Oliverio, 1 anno e 8 mesi; e Matteo Cordua, 1 anno e 8 mesi.
Il collegio difensivo che ha assistito gli accusati è formato dagli avvocati Salvatore Rossi, Luigi Colacino, Aldo Truncè, Gianfranco D’Ettoris e Walter Parise.

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