Non esattamente una delle tante operazioni contro i cosiddetti «furbetti del bonus Covid», ma una «gigantesca frode ai danni dell’erario» associata a «una truffa plurimilionaria» a danno di colossi del calibro di Groupama e Poste Italiane. È quella che avrebbe messo in piedi, secondo i pubblici ministeri della Procura di Roma Maria Sabina Calabretta e Alessandro di Taranto, una holding imprenditoriale gestita da alcuni lametini e finita al centro di un sequestro da oltre 110 milioni di euro, con l’iscrizione nel registro degli indagati di tredici persone, quasi tutte nate tra Lamezia, Feroleto Antico e Catanzaro: Roberto Molinaro e i figli Samuele, Veronica e Angelino, Stefania Molinaro, Eleonora Petruzza, Florinda e Valentina Stefanizzi, Alfonso Pagano, Emanuele Campana, Pasquale Barra, Agostino e Giulia Carnovale. Sono tutti accusati di truffa aggravata in concorso e di reati tributari in relazione al sistema che, secondo la Procura della capitale, sarebbe stato messo in piedi attorno alla società “Crescita Italia”, fondata poco prima di Ferragosto del 2020 e passata da 1,5 milioni di euro di fatturato relativo agli ultimi 4 mesi del 2020 fino a quasi 63 milioni nei primi 10 mesi del 2021. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro