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Pizzo fa i conti con i nuovi poveri, numero non quantificato

Il Comune ripartisce i fondi per far fronte a diverse esigenze mentre parroci e Prociv distribuiscono beni di prima necessità

È periodo di tredicesime. Ma non per tutti. Perché piuttosto, in città imperversano le fasce fragili, i cui disagi economici sono stati acuiti dall’emergenza Covid. Le classi indigenti si sono moltiplicate e l’ascensore sociale è sempre più bloccato al livello inferiore, rendendo sempre più difficile l’ascesa. I bisognosi abbondano e l’unica panacea al momento è costituita dai buoni pasto elargiti dal Comune. I commissari Reppucci, Di Martino e Corvo hanno infatti stabilito come ripartire i 150mila euro assegnati dal Fondo nazionale solidarietà alimentare 2021, estendendoli al sostegno degli oneri per gli affitti e le utenze. Nello specifico 60mila euro serviranno per l’erogazione dei buoni alimentari, 32mila per il sostegno alle locazioni (canone fitti) e 50mila a sostegno delle utenze domestiche (pagamento Tari). E scadono il 10 dicembre i termini per avanzare richiesta. Il dato che fa riflettere è che non ci sia un numero certificato di persone in difficoltà, perché non c’è alcun censimento specifico; anche le associazioni di volontariato a cui la terna commissariale aveva chiesto lumi, non hanno dato riscontro e in questa ottica si arranca nell'approssimazione.

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