Vibo, piano di riequilibrio «inattendibile»

Semplicemente «inattendibile». La principale motivazione per la quale la Corte dei Conti ha deciso di bocciare il Piano di riequilibrio finanziario, messo a punto dall’amministrazione di Palazzo “Luigi Razza” emerge a chiare lettere nelle 124 lunghe pagine messe nero su bianco dalla Sezione regionale di controllo dell’organismo, presieduta da Rossella Scerbo. Ed è una motivazione sostenuta da una serie di pesanti rilievi fatti alla gestione ultradecennale dell’Ente. Sostanzialmente, dalle conclusioni emerge che per lustri – ma questa non è una notizia – dalle parti di Piazza Martiri d’Ungheria, si è navigato a vista, e soprattutto, sarebbero state necessarie, «previsioni veritiere e dunque realmente rappresentative e attendibili» per poter trarre conclusioni sulla sostenibilità del Piano di riequilibrio. Una stangata pesante che la magistratura contabile ha ampiamente spiegato. E le deduzioni non sono certo parole di miele per gli amministratori di oggi e di ieri. Per i giudici, «l’Ente ha, infatti, migliorato reiteratamente con artifici contabili i risultati di amministrazione per tutto il periodo precedente all’approvazione del Piano di riequilibrio». E questo ha inciso «sulla stima corretta del disavanzo di amministrazione e sulla corretta quantificazione della massa passiva da ripianare». Di questo passo, il Fondo pluriennale vincolato al 31 dicembre di ogni anno appariva sottostimato rispetto a quello del 1 gennaio dell’anno successivo. Un escamotage che ha portato «al miglioramento dei risultati di amministrazione e una sottostima della massa passiva per circa 27 milioni di euro». Negativo anche il giudizio sul Fondo crediti dubbia esigibilità che anziché ridursi con il Piano di riequilibrio «è in continuo aumento, tant’è che in soli due anni raddoppia».