Centoventiquattro pagine, dettagliate. Tra il prima, il dopo e quel che sarà. Perché tutto che avrebbe dovuto essere non è stato. E se la conclusione della Corte dei conti è chiara con la mancata approvazione del Piano riequilibrio finanziario approvato dal Consiglio il 5 agosto 2019, altrettanto chiare sono le motivazioni che vengono sviscerate dai giudici contabili che per palazzo “Luigi Razza” parlano di una «ingravescente crisi strutturale finanziaria». Un Piano «inattendibile» nel quale emergono le «criticità» una dietro l’altra con un’ombra che cala su palazzo “Luigi Razza” e sugli amministratori che si sono succeduti dal 2015 ad oggi. Emerge – in tutta la sua gravità – che «il Comune ha reiteratamente migliorato con artifici contabili i risultati di amministrazione per tutto il periodo precedente all’approvazione del Piano di riequilibrio, incidendo, conseguentemente – si legge nella delibera – sulla corretta stima del disavanzo di amministrazione al 31.12.2018 e quindi sulla corretta quantificazione della massa passiva da ripianare». Ma se errare è umano, è perseverare che è... diabolico. E, in tal senso, è ripercorrendo gli atti – come fa la magistratura contabile – che gli errori emergono. Errori seguiti a correzioni, dopo le annotazioni della Corte, errori che gli uffici hanno imputato «software» e una continua sottostima di debiti e previsioni. Ergo, se il dissesto dichiarato nel 2013 doveva essere l’alba di un nuovo giorno, è nelle tenebre di una notte senza fine che la comunità si ritrova senza soluzione di continuità.
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