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Vandali in 2 scuole di Catanzaro: su una lavagna l’appello alla Dad, sulle pareti simboli politici

Un attacco premeditato o solo la cieca furia di vandali? È questo l’interrogativo degli inquirenti che indagano sui due raid che hanno causato la chiusura delle scuole Aldisio e Rodari. Pochi dubbi sul fatto che entrambi gli episodi siano riconducibili agli stessi autori. Un’azione eclatante portata avanti con un unico obiettivo: rendere i due istituti inagibili nel giorno della ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie. Nulla è stato rubato, neanche i computer, ma tutto quello che poteva essere distrutto è stato devastato, spezzato, reso inutilizzabile. Impossibile, al momento, anche fare una stima dei danni. Il solo laboratorio della Rodari che conteneva delle stampanti 3D aveva un valore di oltre 15mila euro. Di quanto avvenuto è stata informata la Procura della Repubblica che già nelle prossime ore potrebbe ufficializzare l’apertura di un fascicolo a carico di ignoti. Nessuna ipotesi viene scartata ma potrebbe non essere un caso che il gruppo di vandali sia entrato in azione a poche ore dalla prima campanella. Un’azione dimostrativa dopo le polemiche per la riapertura delle scuole? Gli investigatori non si sbilanciano, ma su una lavagna è stata rinvenuta una scritta che fa riferimento al Covid 19 e alla riattivazione della Dad che era stata chiesta nei giorni scorsi da studenti e genitori al sindaco Segio Abramo. Tra le “firme” lasciate sul muro anche alcuni simboli politici. Gli inquirenti hanno registrato la presenza di croci celtiche e svastiche anche se si fa notare che accanto ai simboli dell’estrema destra vi era anche la A cerchiata del movimento anarchico. Insomma nessuna traccia ha almeno per ora la concretezza di una pista, ma l’idea dell’improvvisazione appare destinata a crollare davanti al fatto che il gruppo è entrato nella Rodari dall’unica zona del perimetro della scuola non coperta da videocamere di sorveglianza.

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