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Crotone, inchiesta sui ritardi nella bonifica. Ci sarà un supplemento d’indagine

Il gip rigetta la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura

Niente archiviazione. Serve un supplemento di indagini prima che il gip decida sul futuro del procedimento scaturito dall’inchiesta sull’omessa bonifica del sito industriale di Crotone da parte di Syndial (società del Gruppo Eni, oggi diventata Eni Rewind). Lo ha stabilito la stessa giudice per le indagini preliminari Romina Rizzo che, nel respingere la richiesta di archiviazione avanzata dal procuratore Giuseppe Capoccia, ha disposto una proroga di quattro mesi relativamente alle indagini. Un tempo supplementare per fornire ulteriori elementi che dimostrerebbero lo stato di avanzamento degli interventi di risanamento delle aree che sono ricomprese nel Sito di interesse nazionale (Sin) di Crotone-Cassano-Cerchiara.

Come è noto dieci sono gli indagati, tra dirigenti e funzionari dell’azienda multinazionale che dal 2008 ha in capo l’obbligo di bonificare i terreni dove un tempo sorgevano le fabbriche. Si tratta di: Vincenzo Maria La Rocca, Giovanni Milani, Alberto Maria Chiarini, Sergio Polito, Piero Raffaelli, Giorgio Clarizia, Carmine Cuomo, Fabrizio Aldo, Andrea Cecchinato Francesco Misuraca ed Enrica Barbaresi. Invece, è stata archiviata dal gip la posizione di Giovanni D’Adda in quanto deceduto.

La vicenda risale al 2017, quando la Procura di Crotone aprì un fascicolo per «controllare e verificare la complessa attività di bonifica dell’area ove erano sorti nel 1927 gli impianti industriali chimici che avevano operato fino agli inizi del 2000 e che avevano determinato la dichiarazione» di Sin.

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