Riservato, ma sempre attento alle dinamiche criminali in atto. Un poliziotto moderno, dalla tempra forte. Raffaele Gargiulo, 58 anni, napoletano, con esperienze importanti in altre zone della Toscana e dell’Emilia Romagna, da poco più di un anno è al timone della Questura di Vibo; un territorio difficile che vuole cogliere i segnali del riscatto e del cambiamento, anche se le resistenze non mancano.
Signor Questore, che realtà s’è trovata di fronte?
«La provincia di Vibo Valentia, con i suoi 50 comuni, se analizzata da chi deve occuparsi della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, costituisce una realtà complessa, nel senso che il territorio vive una quotidianità apparentemente tranquilla, ma necessita di un lavoro costante e di istituzioni che facciano sistema, in maniera da trasmettere ai cittadini la percezione che lo Stato è presente e, in particolare, che la Polizia di Stato è impegnata ogni giorno nel contrasto a ogni forma di criminalità».
Dal suo osservatorio quale tipo di criminalità debbono temere di più i cittadini?
«I cittadini onesti non hanno nulla da temere, ovviamente. A Vibo, a differenza e in misura maggiore rispetto ad altre province, è richiesto loro di ergersi a “sentinelle di legalità”, per far sì che il senso civico si affermi denunciando e pretendendo il rispetto delle regole da parte di tutti e non resti, diciamo così, sopito»
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