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Il depuratore di Montepaone arranca, il Comune batte cassa alla Regione

Gli amministratori di sei centri del Basso Ionio chiedono mezzo milione

Sei i comuni direttamente interessati dal problema, ma il rischio si allarga a molti altri. Il depuratore di Montepaone non funziona bene e, senza un serio intervento, la prossima estate potrebbe collassare. L’allarme si rincorre da anni, ma ora prende ancora più vigore dinanzi il deteriorarsi di un impianto che ha oltre 30 anni e che dal Commissario per l’emergenza ambientale era stato già consegnato con gravi carenze. Il primo a denunciarlo era stato il responsabile dell’ufficio tecnico Franco Ficchì che ancora oggi ricopre il ruolo a capo del settore che si occupa di monitorare l’intero territorio.

«A cavallo tra gli ani ‘80 e ‘90 il commissario per l’emergenza ambientale - spiega Ficchì - ordinò l’utilizzo del depuratore di Montepaone per servire i comuni di Soverato, Montauro, Montepaone, Petrizzi, Gasperina e Stalettì che ancora oggi sono totalmente o parzialmente collegati all’impianto. Tutti i reflui però furono fatti confluire nelle condotte costruite e dimensionate per il solo carico di Montepaone che nel tempo è aumentato anche per la grande espansione urbanistica.

Un sistema all’origine sottodimensionato ha quindi lavorato per anni al massimo del carico che poteva sopportare e le conseguenze oggi si riversano sui blocchi del funzionamento che mettono a rischio la prossima stagione estiva». Attualmente le due pompe che avrebbero dovuto funzionare in modo alternato, una come riserva dell’altra, sono entrambe impegnate a regime per gestire il doppio del carico per cui la rete era stata progettata. Così quando una si blocca è facile intuire cosa accada al sistema, in mancanza di una copertura alternativa.

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