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Chiaravalle, droga ed estorsioni: la Dda sollecita il processo per 37 indagati

L’inchiesta sull’organizzazione che operava nel Basso Ionio con epicentro nelle Preserre. Il 17 marzo l’udienza. Fra i reati la detenzione di armi da guerra e materiali esplodenti

La Dda ha chiesto il giudizio per i 37 indagati nell’ambito dell’operazione antindrangheta, denominata Anteo. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 17 marzo dinanzi al gup Matteo Ferrante.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata e consumata, anche con l’aggravante mafiosa, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine e da guerra, detenzione di materiali esplodenti e furto. L’operazione, eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro nel maggio scorso, ha smantellato un’organizzazione dedita al traffico di droga nel Basso Ionio catanzarese con il suo epicentro nelle Preserre e ramificazioni nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.
L’attività investigativa, avviata nel 2017 a seguito di alcuni furti di armi, ha consentito di scoprire che i vertici del gruppo criminale, i fratelli Fabiano, erano in contatto con i Mancuso e le cosche reggine e che le armi venivano utilizzate nelle transazioni con le cosche per la compravendita di droga.

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