La scritta è ben visibile alla clientela che si avvicina alle casse: “Tamponi antigenici 6 euro”. E nulla di strano se è posizionata in un supermercato cinese, perché lo stesso potrebbe stare in edicola, nei tabacchini, nei supermercati e in altre attività commerciali. Il kit antigenico rapido fai da te, inserito nell’elenco dei dispositivi medici del ministero della Salute, è diventato di uso comune e costa la metà rispetto alle farmacie. Il brevetto è di Xiamen Boson Biotech, una società cinese, e a distribuirlo in Europa è il gruppo austriaco Technomed, che ha ottenuto la certificazione CE. Tutto in regola dunque? Pare proprio di sì. I test di autodiagnosi da scaffale li troviamo impacchettati in confezione singola, da 5 e da 20. Secondo il ministero della Salute, i prodotti che contribuiscono a contenere la pandemia devono offrire qualità, affidabilità, disponibilità e accessibilità economica comprovate. E questi test hanno completato il processo di certificazione ricevendo anche un’approvazione dall’Istituto federale per i farmaci e i dispositivi medici. «Comprendo il fattore economico di un test antigenico che costa la metà – afferma il farmacista Stefano Raffa – ma il prezzo dei nostri tamponi è stato calmierato rispetto all’inizio, quando arrivavano a costare anche 50 euro. A questo occorre pensare che in farmacia si trova tutto quello che serve per un test in tutta sicurezza e con prodotti autorizzati dal ministero della Salute: dal personale specializzato, ai prodotti monouso senza dimenticare che solo in farmacia è possibile la tracciabilità attraverso la tessera sanitaria, ossia il sistema Ts. In farmacia si seguono regole stabilite dai protocolli – continua il dottor Raffa –. Rispetto alla validità dei test antigenici che si trovano negli esercizi commerciali, non sta a me stabilirne l’affidabilità».
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