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Mare inquinato a Vibo, controlli fino in Basilicata

L’acquisizione di dati da parte della Stazione zoologica Dohrn, braccio operativo della Procura di Vibo, va avanti a ritmi serrati

Il generale Pietro Salsano (comandante della Legione Carabinieri Calabria), il questore Raffaele Gargiulo e il procuratore Camillo Falvo

Per mare, per terra e per cielo. Nel Golfo di Sant’Eufemia – soprattutto nel tratto compreso tra Nicotera e l’alto Tirreno cosentino – si è scatenata una vera e propria guerra contro le fonti contaminanti finalizzata anche a stanare gli “inquinatori seriali”. Attività mai messa in campo prima d’ora che vede interagire la Procura di Vibo Valentia – a mettere in moto questa sorta di macchina da guerra è stato proprio il procuratore Camillo Falvo – con la Stazione zoologica “Anton Dohrn” e con il supporto di tutte le forze dell’ordine che hanno anche schierato i Reparti specializzati nella tutela ambientale, nonché con la collaborazione dell’Agenzia spaziale italiana che metterà a disposizione i propri satelliti (anche a raggi infrarossi) per la mappatura dall’alto di ogni fonte di contaminazione delle acque marine. Un’attività a largo raggio che va oltre i “confini” inizialmente tracciati considerato che l’Unità operativa della Stazione zoologica “Dohrn” ha già acquisito i dati anche in provincia di Reggio Calabria e si sta spingendo, per concludere i rilevamenti ai confini con la Basilicata. Al contempo un gruppo di professionisti è interamente dedicato allo studio delle dinamiche che si verificano lungo le aste fluviali dell’Angitola e del Mesima, i due grandi fiumi che attraversano il Vibonese e segnano i confini con le province di Reggio Calabria e di Catanzaro.

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