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Catanzaro, ditta sotto estorsione per 30 anni: indagato anche Mirarchi

Chiuse le indagini sul pizzo imposto da Cosimo Passalacqua detto U Toscanu

Santo Mirarchi

Si allarga l’inchiesta sulla drammatica vicenda di un imprenditore catanzarese sotto estorsione per oltre trent’anni. Nel registro degli indagati infatti compare adesso anche Santino Mirarchi all’epoca dei fatti referente su Catanzaro per i clan di Isola Capo Rizzuto e ora collaboratore di giustizia. Deve rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso in concorso con Cosimo Passalacqua detto U Toscanu. Secondo l’accusa Mirarchi, difeso dall’avvocato Michele Gigliotti, «per conto della cosca 'ndranghetistica di Isola di Capo Rizzuto riscuoteva ogni primo del mese personalmente o per il tramite del Passalacqua la somma di 500 euro negli anni dal 2010 al maggio 2016 (fino alla data del suo arresto ed inizio della collaborazione con la giustizia), per lavori di ammodernamento eseguiti dall'impresa presso la Stazione ferroviaria di Catanzaro Lido e quello realizzato vicino al cimitero di Catanzaro Lido».
Secondo quanto emerso dalle indagini, scattate dopo la denuncia dell’imprenditore, una delle imprese edili più grandi del capoluogo da decenni era costretta a cedere al ricatto della criminalità rom. Era Cosimo Passalacqua, “U Toscanu”, a garantire all’imprenditore «una tranquillità ambientale». In cambio però di assunzioni fittizie e pagamenti periodici per lui e i suoi familiari. Quando nel maggio del 2020 l’imprenditore ha trovato il coraggio di spezzare le catene del racket immediata è scattata la ritorsione: danneggiamenti, furti, atti intimidatori e minacce.

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