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Commercio a Catanzaro, ormai è profondo rosso. Perse in un anno più di 500 attività

Preoccupanti i dati di Confcommercio tra gli effetti di pandemia e caro bollette

Saracinesche abbassate per 549 attività in un solo anno. È il dato 2021 che cristallizza una crisi da profondo rosso per il commercio catanzarese. Pandemia da un lato e caro bollette dall’altro stanno stritolando in una morsa il tessuto commerciale del capoluogo e della sua provincia. A dimostrarlo i numeri InfoCamere che hanno spinto il presidente di Confcommercio Calabria Centrale, Pietro Falbo, ad asserire senza remore: «Lo spaventoso aumento delle bollette sembra il colpo di grazia al condannato». Sullo sfondo uno scenario da incubo per attività commerciali e imprese ormai in ginocchio nonché per tantissimi dipendenti rimasti senza lavoro proprio a causa di una congiuntura da brividi. Non va meglio per alberghi e ristoranti e Falbo lancia l’allarme descrivendo una situazione da «fatturati ai minimi storici dal secondo dopoguerra», sbattendo la porta in faccia alle promesse e invocando «interventi tempestivi». Il secondo decennio del XXI secolo da noi è iniziato, in effetti, come peggio non si poteva e il rischio è che il 2022 si chiuda certificando dati ancora più negativi. Di certo il trend non fa ben sperare e per scoperchiare una pentola davvero poco invitante basta sviscerare i dati 2021 che spacchettano le 549 cessazioni registrate in 12 mesi tra 339 attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio che hanno gettato la spugna e altre 107 chiusure che riguardano realtà dedite al mondo degli alberghi e della ristorazione.

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