Otto anni e 8 mesi di carcere sono stati sollecitati per il boss di San Leonardo di Cutro, il 74ene Giovanni Trapasso; poi, per il capobastone di Limbadi (Vibo Valentia), il 61enne Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, è stata chiesta la conferma della pena comminata in primo grado: 8 anni e 6 mesi di reclusione; mentre 5 anni e 6 mesi di detenzione ciascuno, sono stati proposti per gli altri due imputati: l’imprenditore di Cutro Giuseppe Errico (68 anni) e Riccardo Di Palma, il 50enne industriale di San Lupo (Benevento) patrono della società “La Molisana trasporti”.
Ieri, davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro presieduta da Maria Rosaria Di Girolamo, la Procura generale ha chiesto la condanna delle quattro persone coinvolte nel processo di secondo grado scaturito dall’inchiesta diretta dalle Procure antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria, “Via col vento”, sulle presunte infiltrazioni delle cosche di ‘ndrangheta nell’affare dei parchi eolici nel Crotonese e Reggino.
Inoltre, per tre accusati – Trapasso, Errico e Di Palma – la pubblica accusa ha avanzato condanne più elevate rispetto a quelle inflitte dal Tribunale di Crotone il 27 aprile 2021.
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