Si è «fatto tanto». È convinto di questo l’assessore alla Cultura, Daniela Rotino. E parte proprio dalle «84 manifestazioni» che sono state promosse, per fare il punto. Perché la “Capitale del Libro” non è una pagina da… scrivere, ma è una pagina che si sta scrivendo. A mancare, forse, a volte, solo l’inchiostro, non lo nasconde questo l’assessore che, in questi mesi, non si è mai risparmiato. Ed è proprio sulla comunicazione che, infatti, pare si sia inceppata la macchina, anche se la Rotino ricorda «che si è trattata di una prima esperienza. Noi – sottolinea – siamo stati apripista e forse abbiamo pagato un po’ l’inesperienza». Ma da qui, comunque, si intende ripartire. Perché se un’agenzia di comunicazione – «e – sottolinea – abbiamo scelto la migliore di Milano» – c’è ed è pagata al pari del direttore artistico, allora è a loro che l’Amministrazione chiederà di più, considerato che in nove mesi non è mai stata diffusa una nota, un programma, un resoconto. Ergo, il punto è che anche se le manifestazioni ci sono state, in pochi lo hanno saputo e certamente senza la “comunicazione” gli eventi non hanno superato i confini della città dove sono stati affissi dei cartelloni, tarpando di fatto le ali a quella Capitale che ha rischiato di trasformarsi nel Paese del... libro. In tal senso, viene “letta” anche una delle ragioni per cui si è registrata poca partecipazione «anche se – spiega – per tanti è stata una scelta, a volte si preferisce denigrare questa città».
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