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Caos Asp Catanzaro, infiltrazioni e servizi scadenti

La relazione della Commissione parlamentare Antimafia dopo le audizioni dei prefetti Latella, Gullì e Tancredi

«Un quadro di assoluto allarme offre la sanità calabrese, vera e propria ferita aperta nel territorio dell’intera Regione, come emerso con evidenza nel drammatico momento dell’emergenza pandemica». Si apre così il capitolo dedicato al sistema sanitario catanzarese nella relazione, approvata nei giorni scorsi, sull’esito delle due missioni svolte dalla Commissione parlamentare Antimafia a Catanzaro e a Vibo Valentia, nel settembre e nell’ottobre del 2020. Durante la visita nel capoluogo calabrese i parlamentari hanno raccolto la testimonianza di Luisa Latella, Salvatore Gullì e Franca Tancredi i componenti della commissione prefettizia che ha guidato l’Asp di Catanzaro dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose deciso dal ministro dell’Interno dopo quanto emerso dall’inchiesta “Quinta Bolgia” della Dda di Catanzaro. Nella relazione dell’Antimafia c’è di tutto dalle infiltrazioni dei clan della ‘ndrangheta, alle truffe delle doppie fatturazioni finendo all’ombra sinistra delle logge massoniche. In sintesi per la Commissione Antimafia l’Asp di Catanzaro «ha sofferto di una penetrante infiltrazione mafiosa, favorita nel corso degli anni, da evidenti e delineate disfunzioni ed anomalie gestionali. In tutto questo i danni arrecati, da un lato all’economia sana del territorio attraverso una penalizzazione evidente delle imprese concorrenti, dall’altro ai servizi erogati alla cittadinanza, mancanti, evidentemente, di adeguata qualità, sono del tutto inconfutabili». Durante la loro audizione i tre commissari hanno svelato il sistema delle doppie fatture. E’ emerso che più volte diverse imprese, pur dopo essere state regolarmente pagate, avevano nuovamente presentato le medesime fatture per l’incasso e, allorché il pagamento veniva sospeso, avevano agito in giudizio ottenendo il decreto ingiuntivo e procedendo, in caso di mancato pagamento, con il pignoramento. In questo modo dalle casse dell’Asp sarebbero stati drenati milioni di euro. Ma Latella, Gullì e Tancredi si sono spinti anche oltre denunciando apertamente i due pilastri su cui la truffa delle doppie fatture si è retta per anni. Tutto ciò, hanno spiegato, è stato reso possibile «certamente da complicità interne e dall’utilizzo di un sistema informatico che non registrava l’avvenuto pagamento delle fatture». I tre commissari hanno aggiunto di aver prontamente informato «i competenti uffici regionali di tale “disfunzione” atteso che il sistema informatico che consentiva la doppia fatturazione era impiegato in tutte le Aziende Sanitarie regionali».

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