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Gli interventi nella baia di Soverato: crescono i “no”, Comune sotto accusa

Opere anti-erosione, dopo Italia Nostra i dubbi di un gruppo di attivisti

Registi, ambientalisti, fotografi e scrittori. La campagna di sensibilizzazione per la tutela della Baia di Soverato trova nuovi sostenitori. A farsi portavoce di idee comuni l’attivista reggino Peppe Marra che mantiene accesi i riflettori su una questione che non è solo soveratese ma che abbraccia una rete di sostegno che passa per la centrale di Saline Ioniche, il termovalorizzatore di Gioia Tauro, il ponte sullo Stretto. «Sono ben fondate le preoccupazioni espresse da Italia Nostra - esordisce il gruppo - la baia di Soverato è a rischio. Nel comprensorio soveratese, negli ultimi sconsiderati decenni, amministrazioni scadenti per cultura ecologica e senso di responsabilità nei confronti dei beni comuni, hanno chiuso gli occhi su abominevoli interventi speculativi e hanno anche direttamente cementificato a man bassa, rendendosi materialmente colpevoli di un pesante contributo all’erosione dei litorali, fenomeno oggi sfruttato dai decisori attuali come presupposto per la creazione di un sistema continuo di barriere. Tutto è cominciato con il primo comune che ha fatto il suo muro. Quella difesa ha innescato una reazione a catena che ha portato in erosione i litorali vicini, anch’essi difesi con un bel muro (ce ne sono di tutti i tipi: barriere soffolte, barriere di massi naturali, tetrapodi in cemento, pennelli perpendicolari alla costa) e, nel giro di pochi decenni, tutta la costa è stata cementificata e massificata».

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