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Riforma delle concessioni balneari a Squillace: gli imprenditori vedono nero

I titolari si dicono sconfortati dagli scenari futuri. C’è chi ha fatto importanti investimenti futuri e ora rischia di essere “sfrattato” nel giro di due anni. Al lavoro federazione e sindacato

Stessa spiaggia, stesso mare, ma forse non lo stesso lido. È lo scenario che potrebbe presentarsi dal 2024 anche a Squillace, dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri della riforma delle concessioni balneari. Essa prevede la fine dell’attuale sistema e il via alle gare pubbliche, appunto dal 2024, un adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere, un giusto rapporto tra tariffe proposte e qualità del servizio anche per i disabili, l’accesso al mare gratuito garantito a tutti. Il “Lido di Squillace” è il primo stabilimento balneare squillacese, realizzato nel 1964 dalla famiglia Napoli, attualmente gestito da Alba Napoli. L’imprenditrice si dice in pieno accordo con la Fiba (Federazione imprese balneari) e il Sib (Sindacato balneari), i quali auspicano che il provvedimento dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare. L’auspicio è che le forze politiche vicine agli imprenditori balneari possano lavorare in sinergia con le Regioni e le associazioni di categoria affinché il provvedimento trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire gli investimenti e la salvaguardia delle imprese del settore. Alba Napoli aveva ottenuto lo scorso anno il rinnovo della concessione della parte demaniale del suo lido fino al 2035 ed ora si ritrova con una concessione valida solo fino al prossimo anno.

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