Un capannone in allestimento, arredi ed elettrodomestici ancora imballati che sono pronti per essere restituiti. All’esterno un imprenditore che stringe in mano due bollette della luce per testimoniarne l’inaccettabile incremento. Attorno a lui i sindaci calabresi con in mano fasce tricolore e i documenti delle prime disdette di forniture che rischiano di mettere in ginocchio i loro Comuni. Il sit-in per per frenare la fiammata dei costi connessi al caro energia parte così, all’esterno dell’attività commerciale di una catena di supermercati dell’imprenditore Giovanni Sgrò, volto di una protesta collettiva che non può, né vuole, accontentarsi delle misure di contenimento promesse dal “decreto energia”.
«La tenuta dei bilanci comunali è in bilico - esordisce il sindaco di Montepaone Mario Migliarese - un piccolo comune come il nostro spende quasi 500mila euro l’anno in energia elettrica anche per la presenza di un depuratore consortile che ha altissimi consumi. Con le nuove tariffe rischiamo di arrivare a pagare il doppio. Non possiamo permettercelo».
A rischio sono i servizi essenziali e molti primi cittadini ammettono che, qualora le cose non dovessero cambiare, non potrebbero più garantire il trasporto scolastico a titolo gratuito né contribuire per la fornitura di libri di testo o mense scolastiche.
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