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In partenza da Vibo verso l’Ucraina. Svetlana è pronta a “combattere”

La testimonianza della signora Andrusiv che sabato raggiungerà il figlio e imbraccerà le armi: «Vi prego se dovessi morire raccontate che sono morta per la libertà»

Svetlana Andrusiv sabato prossimo prenderà l’autobus per l’Ucraina. «Vado a combattere con il mio popolo», commenta. Lei che è una credente fervente non riesce più a restare con le mani in mano e a vedere i suoi connazionali morire. Anche suo figlio Taras, che ha due lauree, è diacono ed è pacifista, è partito per la sua terra.
«È una scelta d’amore per la famiglia quella del mio unico figlio Taras – spiega Svetlana –. Questo dopo aver ultimato il suo percorso di studi in teologia in Ucraina prima e a Roma dopo, all’accademia greco-cattolica. Ci sentiamo al telefono decine di volte al giorno e lui mi racconta del dolore della nostra gente». Ieri è stato Taras a chiedere alla madre di tornare in Ucraina. «Alla sua richiesta – spiega la donna – il mio cuore si è spezzato e così anche la mia anima. Da madre ho pianto. Sono stata tentata a restare, ma poi dentro di me ho capito che lui ha ragione».
Taras non fa che ripetere alla mamma di stare tranquilla. «Anche se dovessi andare in guerra – le dice – ci andrò come cappellano. Il mio posto è nella mia Patria». E così Svetlana ha deciso di riempire il suo borsone con la poca roba che potrà servirle e partire. «Mi hanno consolato le parole di monsignor Giuseppe Fiorillo – osserva– quando mi ha detto che ammira il mio ragazzo e il suo coraggio per la decisione presa».

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