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Crotone, il “giro” dei permessi illegali ai migranti: le nuove accuse confluiscono nel processo

Il procedimento a carico di avvocati, mediatori e poliziotti non si sdoppia

Il processo “Ikaros” scaturito dall’inchiesta della Procura e della Polizia di Stato, su un presunto giro di permessi di soggiorno “facili” concessi agli immigrati non si dividerà in due tronconi. Ieri il Tribunale di Crotone, ha rigettato le istanze degli avvocati che invece chiedevano il ritorno alla fase dell’udienza preliminare per discutere le nuove accuse che il pubblico ministero, Alessandro Rho, muove a quattro dei 10 imputati.
È così anche gli addebiti scaturiti dalle indagini integrative, confluiscono nel fascicolo del dibattimento in corso davanti al collegio presieduto da Elvezia Cordasco (a latere Odette Eronia e Assunta Palumbo). Ma nella prossima udienza, le difese potranno optare per un rito alternativo (abbreviato o patteggiamento) per i propri assistiti limitatamente alle nuove accuse. Come è noto, l’inchiesta “Ikaros”, venuta alla luce il 17 febbraio 2021 con l’esecuzione di 24 arresti da parte dei poliziotti della Squadra mobile, ipotizza l’esistenza di due presunte associazioni a delinquere (formate da avvocati, poliziotti, mediatori culturali e altri pubblici ufficiali), che tra il 2017 e 2020 avrebbero lucrato illecitamente sulle pratiche per i permessi di soggiorno agli stranieri. Gli accusati devono rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso, corruzione e violazione delle norme sull’immigrazione.

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