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Indennità del 118, il tribunale “stoppa” di nuovo l’Asp di Catanzaro

Il giudice del lavoro di Lamezia ordina di interrompere il recupero delle somme erogate a dodici medici

Stop al recupero delle indennità aggiuntive erogate ai medici convenzionati del 118 fino al 31 dicembre 2020. Anche per le somme date in riferimento ai periodi feriali. Lo ha statuito con ordinanza il giudice del Lavoro di Lamezia Teme, Valeria Salatino, nell’ambito del giudizio (che proseguirà ad aprile) avviato da dodici medici convenzionati dell’Asp che lo scorso anno hanno depositato una memoria difensiva chiedendo che venisse ordinato all’Azienda sanitaria di astenersi da ulteriori trattenute in busta paga assieme al ripristino del trattamento economico integrale, comprensivo quindi dell’indennità aggiuntiva. L’ultima richiesta è stata rigettata ma la prima è stata accolta in toto.
Punto centrale l’ormai “famoso” - ancora non tanto, però, alle latitudini catanzaresi - articolo 24 bis della legge di conversione del decreto Ristori in base al quale “al fine di tutelare il servizio sanitario e di fronteggiare l’emergenza epidemiologica .... le somme corrisposte al personale medico convenzionato addetto al servizio di emergenza-urgenza fino al 31 dicembre 2020, a seguito di prestazioni lavorative rese in esecuzione di accordi collettivi nazionali.... non sono ripetibili, salvo che nei casi di dolo o colpa grave”. Il giudice del Lavoro ha quindi ritenuto che in base a tale disposizione «l’Asp non sia legittimata a procedere al recupero delle somme percepite dai ricorrenti a titolo di indennità aggiuntiva, anche sulla retribuzione feriale, ex articolo 29 dell’Air (accordo integrativo regionale, ndr) 2006, con conseguente obbligo di restituire gli importi eventualmente trattenuti a tale titolo».

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