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Inchiesta sulla truffa Carosello a Catanzaro, i beni restano sotto sequestro

L’indagine della Finanza sul mercato del pellet. La Cassazione ha ritenuto i ricorsi inammissibili

Regge al vaglio della Corte di Cassazione il sequestro operato nell’ambito dell’operazione “Carosello” condotta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro. Secondo l’accusa i protagonisti della vicenda, imprenditori, professionisti e cittadini stranieri avrebbero effettuato le cosiddette frodi carosello perpetrate nel settore della commercializzazione del pellet. Esattamente un anno fa erano scattate le perquisizioni a carico di 23 persone e il sequestro per un totale di 2.384.161,85 euro.
Secondo l’accusa emerge l'esistenza di un gruppo di operatori economici impegnati nella commercializzazione del pellet che avrebbero posto in essere una serie di "frodi carosello", attraverso la creazione di società cartiere, intestate a nullatenenti cittadini ucraini, alle quali erano fittiziamente imputati gli acquisti della merce in realtà consegnata direttamente alle società acquirenti dal fornitore straniero, una società estone. Attraverso l'interposizione fittizia delle due società cartiere, evasori fiscali totali dell'Iva, le società acquirenti, destinatarie di fatturazioni per operazioni soggettivamente inesistenti, hanno potuto sostenere l'acquisto dei materiali a prezzi più bassi.

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