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Spaccio di droga a Crotone, 20 imputati davanti alla Corte d’Appello

In alcuni quartieri di Crotone venivano utilizzati anche bambini pusher per consegnare lo stupefacente

Dal traffico allo spaccio di stupefacenti. Riparte da queste accuse il processo di secondo grado scaturito dall’inchiesta “Acquamala” diretta dalla Dda di Catanzaro, su una presunta rete di narcotrafficanti che avrebbe venduto cocaina, eroina e marijuana nel quartiere rom di via Acquabona, e nelle zone limitrofe dove si trovano diversi istituti scolastici anche con l’aiuto di pusher bambini. Il 7 giugno, davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro, dovranno comparire i 20 imputati che il 6 luglio 2021 sono stati condannati dal Tribunale di Crotone nel giudizio di rito ordinario. Come si ricorderà, dalle indagini condotte dai carabinieri sarebbe emersa l’esistenza di un’organizzazione criminale «radicata» in via Acquabona (da qui il nome parafrasato e col significato opposto dato al blitz scattato il 23 ottobre 2019 con l’esecuzione di 18 misure cautelari) e capeggiata da Cosimo Manetta (per lui 20 anni di carcere nell’appello del procedimento di rito abbreviato), impegnata nello «smercio» di cocaina non solo a Crotone, ma anche in grado di alimentare «il mercato della droga» fuori dai confini cittadini. In 24 mesi, i militari dell’Arma hanno documentato come il gruppo, tra il 2015 e 2016, avrebbe reperito la droga a Catanzaro dai “fratelli di sangue” rom e dalla provincia di Reggio Calabria, per poi metterla sul mercato.

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