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Area portuale di Vibo, progetti nei cassetti

Tornano a galla a distanza di tantissimi anni le proposte, mai sostenute, del Consorzio industriale

I fondi per l’ammodernamento del Porto di Vibo Marina «ci sono»; e il concetto è stato ribadito il 14 marzo scorso quando la sottosegretaria per il Sud e la coesione territoriale Dalila Nesci, unitamente ai vertici provinciali di Confindustria e il presidente dell’autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, si sono presentati per toccare con mano le gravi deficienze dello scalo marittimo. Diciotto milioni, secondo quanto ribadito, «bloccati alla Regione» in attesa non si sa di cosa. Per il momento l’Autorità portuale ha avviato la progettazione riguardante la ristrutturazione della banchine. Ma non è solo il capitolo Porto il problema emerso nel corso del sopralluogo.
L’idea di Confindustria è quella di avviare una vera e propria azione integrativa con tutta l’area industriale che orbita attorno a Portosalvo. Ed a tal proposito emerge l’idea-progetto elaborata nel recente passato dagli ex dirigenti del Consorzio industriale, quando a capo della piccola struttura c’era l’ing. Filippo Valotta. Ipotesi di sviluppo che purtroppo sono rimasti lettera morta. Già allora venivano tratteggiate le carenze del Porto a cominciare dall’insabbiamento del bacino che non consente alle navi in ingresso un pieno carico; così come veniva messe sotto osservazione le banchine «soggette ad ampi fenomeni di sfondamento».

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