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La morte di Antonia Andali a Catanzaro: nessuna responsabilità dei medici

Sono cadute le accuse nei confronti del medico curante Michele Gallucci, della dottoressa di guardia medica Teresa Cona e dell’operatore del 118 Leonardo Graziano

Nessuna responsabilità dei medici per il decesso della 32enne Antonia Andali, avvenuto il 28 febbraio del 2019 nell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Il suo giovane cuore si è fermato dopo quattro giorni di febbre e dissenteria. Una morte almeno apparentemente inspiegabile e così i familiari si erano rivolti alla magistratura.

Martedì il gip del Tribunale di Catanzaro, Gabriella Pede, ha archiviato la posizione di due medici e un sanitario finiti sotto inchiesta per omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
Sono quindi cadute le accuse nei confronti del medico curante Michele Gallucci, difeso dall’avvocato Domenico Grisolia, della dottoressa di guardia medica Teresa Cona, difesa dall’avvocato Raffaele Fioresta e dell’operatore del 118 Leonardo Graziano, difeso dall’avvocato Salvatore Staiano.

La Procura si era già pronunciata con una richiesta di archiviazione. Decisiva la relazione medico legale dei consulenti Rocco Pistininzi, Pietro Tarzia e Santo Giovanni Lio che non hanno riscontrato alcuna responsabilità di tipo medico-sanitaria nei confronti degli indagati. La perizia ha concluso che «con alta probabilità logica vicina alla certezza condotte diverse da quelle praticate non avrebbero potuto evitare l'exitus della povera signora Andali Maria Antonia». A causare la morte sarebbe stata una miocardite virale fulminante aggravata dalla tiroidite di Haschimoto di cui la paziente era affetta.

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