Giustizia e sanità. Hanno un comune denominatore: il nemico; un soggetto ben visibile ma di fronte al quale tutti si guardano bene ad indicarlo se non addirittura a provare ad allontanarlo. È un soggetto a cui molti a parole addebitano le maggiori responsabilità del sistema che ruota attorno a questi due capisaldi che puntellano la società civile; ma quando arriva il momento di prendere le distanze nessuno trova il coraggio di dare lo strappo definitivo. E allora avanti così. Giustizia e sanità saranno condannate ad andare avanti navigando in un mare in tempesta dove solo i potenti potranno salvarsi, mentre i deboli saranno costretti ad affogare in tribunale come in una corsia di ospedale, ancora prima allo Jazzolino.
Quali altre considerazioni fare di fronte ad appelli disperati partiti dal procuratore Camillo Falvo che circa un mese fa in una lunga intervista a la Gazzetta del Sud metteva in guardia la politica e con essa la società civile che la carenza di magistrati in questo territorio mette a rischio non solo le indagini ma anche i maxi-processi? Quali altre considerazioni trarre se sul fronte sanitario sono addirittura scesi in campo i medici per mettere in guardia che l'ospedale Jazzolino è sul punto di chiudere perché mancano medici e posti letto?
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