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Crotone, le “carrette” dei migranti spiaggiate. Rimossi sei relitti, ne restano due

Con la rimozione della “Helen”, il relitto spiaggiato in località “Mare pulito”, salgono a sei le imbarcazioni rimosse dalle coste crotonesi, dove si erano arenate nei mesi scorsi nel corso di alcuni sbarchi di migranti.

Sei sulle otto delle quali è stata chiamata ad occuparsi l'azienda Mg di Crotone, vincitrice della gara d'appalto bandita dall'Adm, l'Agenzia delle accise, dogane e monopoli. In altre parole, sono vicine alla conclusione le operazioni con le quali si stanno sgomberando spiagge e scogliere dai relitti, oltre che dai detriti che hanno rilasciato sulla costa e in acqua, gli scafi disfatti dalle mareggiate. La “Helen” è stata l'ultima in ordine di tempo, rimossa avantieri mattina e condotta nel porto di Crotone in attesa dello smaltimento. Dopo alcuni tentativi vanificati dalle cattive condizioni del mare, venerdì si è riusciti a tirarla in secco, per poi bonificare l'area recuperando tutti i detriti. Sabato mattina il recupero con una gru ed il trasporto fino all'area di stoccaggio appositamente concessa all'Adm dall'Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Jonio.

Nei giorni precedenti era toccato alla barca incagliata sulla spiaggia di Gabella, rimossa anch'essa con una gru. Come pure la “Freedom”, una delle due imbarcazioni spiaggiate a Le Cannella di Isola Capo Rizzuto, che gli operatori dell'azienda di Massimiliano Arcuri hanno trovato praticamente spezzata in due. L'azione delle mareggiate aveva distrutto la chiglia, e numerosi frammenti di vetroresina si erano sparsi anche in mare. Anche in questo caso (come da procedura), dopo aver recuperato i pezzi più grossi dello scafo con una gru, un escavatore dotato di una grossa benna grigliata ha “scandagliato” la sabbia fino ad un metro di profondità, seguito da sei operai dotati di rastrello che hanno raccolto anche i residui più piccoli.

Impegno ancora più severo sui relitti finiti sugli scogli di Capo Cimiti, innanzi tutto perché i relitti individuati sono stati quattro a fronte dei due già noti che si trovavano sugli scogli.

Un terzo relitto è stato trovato dai sub ad otto metri circa dalla costa; un quarto praticamente insabbiato in mare. Oltre all'enorme gru adoperata per portare a terra le parti più ingombranti e pesanti di quello che rimaneva delle barche, gli operatori hanno dovuto recuperare i resti delle imbarcazioni con le mani, scovandoli letteralmente tra gli scogli e in acqua.

Via mare, invece, è stata condotta in porto la barca che si era arenata in località Sovereto di Isola Capo Rizzuto. Meno deteriorata per via della sua composizione in metallo, è stato possibile farla galleggiare e trainarla con un rimorchiatore fino in porto.

Ne restano due, dunque, tra quelle oggetto del bando, assegnate all'Adm dopo il dissequestro. Una si trova a Le Cannella, e già in settimana potrebbe essere bonificata e rimossa; l'altra va recuperata nel porto di Badolato dove era approdata col suo carico di umanità in fuga da guerre e miserie.

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