«Sparite… senti a me! Che abbiamo il fermo stanotte! Vediamo che succede stasera… io dico che la cosa è imminente! Se non è ‘sta notte vengono e mi arrestano a me domani…m’hannu visti a chillu omicidiu». Questa reazione alla notizia apparsa sulla “Gazzetta del Sud” il 16 gennaio 2020 sugli sviluppi investigativi per la morte di Alberto Luca Valentino, è uno degli elementi che ha incastrato Domenico Bruno. È del 50enne di Petilia Policastro la voce che commenta preoccupata l’articolo sull’omicidio Valentino. Bruno è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Crotone con l’accusa di aver assassinato, la sera dell’11 luglio 2019, nelle campagne di Pagliarelle, il 38enne di Catanzaro.
Valentino venne ucciso con un colpo di pistola calibro 9 allo zigomo destro e trovato cadavere da un allevatore in località Cavone Grande, nelle campagne di Petilia Policastro. «Completano il quadro indiziario – scrive nell’ordinanza la giudice delle indagini preliminari distrettuale, Chiara Esposito – le conversazioni ascritte a Bruno ed intercettate nella notte tra il 16 e 17 gennaio 2020, dopo la pubblicazione di un articolo, sul quotidiano la “Gazzetta del Sud” nel quale si faceva specifico riferimento ad una possibile svolta nelle indagini relative all’omicidio di Alberto Luca Valentino». Oltre a Bruno, è indagato anche Pierluigi Ierardi (petilino di 30 anni che davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro deve già rispondere di aver ammazzato Massimo Vona), considerato il fiancheggiatore del presunto killer. Per lui, però, il gip ha rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dal sostituto procuratore dell’antimafia, Pasquale Mandolfino, titolare delle indagini che in prima battuta erano state dirette dalla Procura di Crotone.
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