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Squillace, le reliquie ossee di Sant’Agazio esaminate dopo quasi due secoli

Ricognizione dei resti del Patrono in occasione della Festa. L’ultima volta era accaduto nel 1834 e prima ancora nel 1733

Non è esagerato considerarlo un evento storico. Dopo 188 anni si è infatti svolta la ricognizione delle reliquie di Sant’Agazio. Alcuni reperti ossei che altro non sono che i resti del patrono della città e della Diocesi.
L’iniziativa è partita dall’arcivescovo metropolita mons. Claudio Maniago. L’ultima ricognizione delle reliquie risale al 7 maggio del 1834 con l’allora vescovo mons. Andrea Maria Rispoli, mentre la prima ricognizione delle reliquie del santo patrono avvenne il 16 gennaio 1735, sotto l’episcopato di mons. Nicola Michele Abati.

La procedura è regolamentata da una specifica istruzione dell’apposito dicastero vaticano e si fa per accertare l’identità della salma o per constatare lo stato di conservazione dei resti, come nel caso delle ossa di Sant’Agazio. Alla storica cerimonia, svoltasi nella Basilica Cattedrale di Squillace, hanno preso parte molti fedeli, oltre alle autorità civili: c’erano tra gli altri, il sindaco Pasquale Muccari, il maresciallo dei carabinieri Umberto Torre, il comandante della polizia locale Pino Merenda e numerosi sacerdoti e religiosi.
L’urna con le reliquie, dopo la festa in onore di Sant’Agazio che si celebra oggi in forma solenne, sarà collocata sotto l’altare della cappella restaurata a lui dedicata nella stessa Basilica.

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