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Omicidio Cricrì a Dinami. Pena ridotta per Liberata Gallace, assolto Fiore D'Elia

L'auto dove fu ritrovato il corpo di Giuseppe Damiano Cricrì. Nei riquadri Fiore d'Elia e Liberata Gallace

La Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro ha riformato il verdetto di primo grado per quanto riguarda due imputati coinvolti nell'omicidio di Giuseppe Damiano Cricrì, 48 anni, di Dinami, ucciso e poi bruciato all'interno della sua autovettura nell'ottobre 2013 per motivi passionali.

In particolare i giudici hanno cancellato l'aggravante della premeditazione nei confronti di Liberata Gallace, 57 anni, originaria di Gerocarne ma residente a Piani di Acquaro nelle Serre del Vibonese. Pertanto nei confronti della donna la pena è stata alleggerita, in primo grado le erano stati inflitti 24 anni di reclusione mentre i giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno ridotto la pena a 20 anni. La donna era difesa dall'avvocato Cristian Scaramozzino. Assolto, invece, Fiore D'Elia, 69 anni, di Gerocarne, difeso dall'avvocato Salvatore Staiano, Giovanna Fronte e Vincenzo Cicìno. In primo grado D'Elia, amico di Liberata Gallace, era stato condannato a 22 anni di reclusione. Decisiva potrebbe essere stata la perizia del consulente di parte, Prof. Arrigo Palumbo.

Una decisione quella dei giudici che di fatto scagiona completamente Fiore D'Elia, ritenendolo estraneo al delitto. Per lo stesso omicidio è stato già condannato in via definitiva Alfonsino Ciancio, 33 anni, figlio di Liberta Gallace che è stato condannato con giudizio abbreviato a 14 anni di carcere. Pena confermata successivamente anche dalla Cassazione.

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