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Catanzaro, sentenza Farmabusiness: il ruolo decisivo del responsabile dell’Asp

Il gup esclude la minaccia nei confronti delle funzionarie che dovevano dare l’ok all’apertura del capannone del Consorzio Farmaitalia

Fu grazie all’intervento di un non meglio precisato responsabile dell’Asp che il capannone sede del Consorzio Farmaitalia e poi Farmaeko ottenne l’autorizzazione ad aprire. È quanto emerge dalla lettura delle motivazioni della sentenza Farmabusiness. Il gup Barbara Saccà il 18 febbraio scorso ha emesso 14 condanne e sei assoluzioni. Con la formula il fatto non sussiste il giudice ha fatto cadere il capo di imputazione relativo alla minaccia a pubblico ufficiale contestata a Domenico Scozzafava (condannato a 16 anni per associazione), Pancrazio Opipari (condannato per altre ipotesi a 8 anni e 6 mesi), Tommaso Patrizio Aprile (completamente assolto) e Salvatore Grande Aracri (classe 79 a cui sono stati inflitti 11 anni e 4 mesi). Secondo l’originaria accusa Grande Aracri e Scozzafava come mandanti, e Opipari e Aprile come esecutori avrebbero costretto due funzionarie dell’Asp a rilasciare parere positivo all’idoneità dei locali del Consorzio Farmaitalia dopo che per due volte l’autorizzazione all’inizio attività era stata negata. Per l’accusa Opipari e Aprile avrebbe fermato le due funzionarie proprio davanti alla sede dell’Asp. Le ipotesi d’accusa però non hanno trovato riscontro durante il processo e il capo di imputazione è caduto per tutti i 4 imputati. Il gup Saccà dà infatti una ricostruzione alternativa alla vicenda.

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