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Il regista Andrea Paonessa e il corto sulla "Gomorra" catanzarese che "sogna" di diventare serie tv

Il regista Andrea Paonessa

Il regista Andrea Paonessa vorrebbe che diventasse una serie tv come "Gomorra"; per ora "Jason" è un cortometraggio girato nei quartieri a sud di Catanzaro, dominati dalla criminalità Rom, riconosciuta e "legittimata" dalle famiglie della 'ndrangheta. Le riprese Paonessa si sono appena concluse dopo 4 giorni di lavoro. "Jason" racconta il malaffare e i traffici che si svolgono in quella che, fino a qualche anno addietro, era considerata un’isola felice in Calabria, impermeabile alle infiltrazioni della 'ndrangheta, e che oggi evidenzia invece il suo lato oscuro attraverso un malaffare che coinvolge anche la politica.

Il protagonista si chiama Cosimo, in arte «Jason», e non è un attore professionista. Si tratta di un giovane rom diciannovenne di Catanzaro, fan di Jason Statham. Paonessa ha deciso di costruire attorno a lui una storia neorealista, girata nei quartieri di viale Isonzo, Pistoia ed Aranceto, regno della criminalità rom. Del cast fanno parte parte l’attore catanzarese Rino Rodio, Alfredo Li Bassi e Salvatore Termini, in arte King kong, noti per la loro partecipazione ai film «Mary per sempre» e «Ragazzi fuori». «Ho scritto questa storia che parla di disagio sociale, di promesse, di sanità, di speculatori che tantissime volte usano i più deboli per i loro scopi» dice all’AGI Paonessa che nel 2022 è stato selezionato per i David di Donatello con il cortometraggio «Madre terra» e ha ricevuto il premio internazionale «Vincenzo Crocitti» 2021 come autore e regista emergente italiano. Nella comunità rom catanzarese sono centinaia i giovani che cercano il riscatto sognando di diventare attori. La scelta del regista è caduta su Cosimo.

"Nella storia Jason si sposa all’età di 15 anni come da tradizione fra gli zingari. Nella sua relazione con la moglie Maria - racconta Paonessa - nasce un bambino a cui viene diagnosticato un tumore al cervello». Jason, preso dalla disperazione, cerca di fare l’impossibile di salvare suo figlio, ma gli servono 25.000 euro. Il medico lo manda da un noto politico catanzarese che gli promette i soldi in cambio di voti. Quando viene eletto, però, gli chiude la porta in faccia. «Da qui - dice Paonessa - parte una storia di pura realtà; il bisogno di aiutare il bambino lo porta a fare il contrabbandiere di droga. Non parlo bene dei Rom ma ho voluto raccontare la verità. Questa comunità viene spesso criminalizzata, ma vive nel disagio più totale. Si tratta di migliaia di famiglie catanzaresi. Di loro la politica cittadina si ricorda solo in occasione delle elezioni. Sono stato nel cuore di viale Isonzo dove interi palazzi sono abitati da persone agli arresti domiciliari».
Sullo sfondo di una Catanzaro che non vuol vedere, nel film si intrecciano spaccio di droga, faide tra clan di nomadi per il predominio sulla città, alleanze criminali con la mafia palermitana. «Il mio messaggio - dice Paonessa - è per tutti coloro che governano la città: si deve cambiare rotta e si devono creare canali di integrazione per i più giovani che abitano in questi quartieri abbandonati da tutti». Il cortometraggio sarà in tutti i cinefestival, «poi - dice Paonessa - lo proporrò a Netflix ed Amazon oltre che a vari produttori appena avremo concluso il montaggio»

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