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Serra San Bruno, tagli selvaggi nella capitale della biodiversità

In corso un seminario con studiosi di tutto il mondo, ma intanto il caso dei boschi finisce in Procura

Biodiversità e sostenibilità sono «due importanti parole chiave per il futuro». È questo il filo conduttore dell’importante seminario internazionale iniziato lunedì e che si protrarrà per tutta la settimana. Per la quattordicesima edizione di questo evento, intitolato “Biodiversity management and conservation”, il dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio ha scelto Serra San Bruno, in questi giorni divenuta meta di professori e studiosi provenienti da ogni parte d’Europa.
Al di là della rilevanza e delle indubbie ricadute positive dell’iniziativa, però, qualcuno che conosce bene le montagne delle Serre non rinuncia a far notare come questi boschi e la biodiversità che custodiscono siano tutt’altro che tutelati. C’è chi insomma denuncia come continuino a essere perpetrati tagli selvaggi con metodi non proprio conservativi dell’ecosistema esistente.
Il bosco Archiforo, per esempio, è un luogo su cui si sono spesso concentrate le attenzioni della comunità scientifica internazionale. In questa foresta, ricadente per lo più nel territorio di Serra San Bruno e nell’area protetta del Parco delle Serre, l'Abete bianco raggiunge, grazie alle particolari condizioni climatiche, una condizione ottimale con molti esemplari che secondo qualcuno sono tra i più grandi d’Europa.
È proprio nell’Archiforo che invece sarebbero da tempo praticati dei tagli che causerebbero «consistenti danni all’ambiente boschivo e la grave compromissione dell’ecosistema forestale». È quanto si legge in un esposto che il Wwf Calabria ha consegnato da tempo alla Procura di Vibo. Vi si denunciano, con tanto di materiale fotografico allegato, i «consistenti danni all’ambiente boschivo e la grave compromissione dell’ecosistema forestale, causati da un’attività di taglio del bosco, condotta a volte abusivamente e a volte in difformità ai progetti autorizzati e, comunque, in violazione tanto delle Prescrizioni di Massima di Polizia Forestale quanto dei vincoli paesaggisti e ambientali, cui è soggetta l’area in questione».

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