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Vibo, minacce di morte ai giudici Nasso e De Mauro. La solidarietà di politica, sindacati e associazioni

Il giudice Nasso all'uscita dal tribunale di Vibo Valentia

Minacce e neanche velate a due giudici, entrambi della Sezione lavoro nella sede giudiziaria di via Lacquari, a Vibo Valentia. Minacce dirette ai magistrati Ilario Nasso e Tiziana De Mauro da parte di un sedicente gruppo che si firma “Unione per legalità”, attraverso un volantino che ieri circolava nel nuovo Tribunale.

Sul volantino contenente minacce contro due giudici della sezione Lavoro del Tribunale di Vibo Valentia sono state avviate delle indagini dalla Procura di Salerno competente ad indagare su reati (anche come parti offese) che interessano magistrati del distretto giudiziario della Corte d’Appello di Catanzaro.

Sulla grave intimidazione, arriva la solidarietà del mondo giudiziario, sindacale e della politica:

"Sono degli atteggiamenti e delle minacce intollerabili soprattutto per dei giovani magistrati che in condizioni molto difficili fanno il loro lavoro in un ufficio giudiziario particolarmente esposto". Lo ha detto il procuratore di Vibo, Camillo Falvo, dopo aver appreso delle minacce ai giudici Ilario Nasso e Tiziana De Mauro. "E' vero che la risposta giudiziaria a volte nei Tribunali come Vibo è più lenta - ha proseguito - ma bisognerebbe capirne quali sono le cause perchè i magistrati sono sempre e solo di prima nomina e vengono mandati in posti dove il lavoro si attarda per via del turnover continuo di questi magistrati che lavorano in situazioni difficili".

I messaggi del Csm

Solidarietà ai magistrati di Vibo Valentia e Torre Annunziata, oggetto di intimidazioni e denigrazioni per il loro lavoro, è stata espressa dal Csm, in apertura dei lavori del plenum. A Vibo Valentia sono stati due giudici del lavoro, Ilario Nasso e Tiziana De Mauro, a ricevere pesantissime minacce, con un volantino distribuito davanti al tribunale. Un fatto avvenuto «nella città dove si svolge il processo Rinascita Scott, con un grande e giusto spiegamento di risorse» e che è «la dimostrazione del pericolo e dell’isolamento che vivono, negli uffici giudiziari più o meno di frontiera, i giudici civili, primo e a volte fragile argine per la affermazione dei diritti e della legalità costituzionale" ha detto il consigliere Giovanni Zaccaro. Il togato di Area ha poi richiamato l’attenzione sulla «continua e gratuita denigrazione dei magistrati, in corso da anni, sui giornali, tramite libri, talk show televisivi e social, anche da parte di importanti esponenti politici» , che «legittima chiunque a comportarsi nello stesso modo, addirittura rilanciando nella violenza dei toni. Mentre il dovere delle istituzioni repubblicane dovrebbe essere sempre quello di non delegittimare le altre istituzioni». A esprimere «vicinanza e forte solidarietà ai magistrati che sono sottoposti a minacce e lavorano per il bene comune» è stato poi il vice presidente David Ermini, a nome di tutto il plenum. » Il Csm non può che dire grazie a questi magistrati, che vanno tutelati» ha aggiunto Ermini, auspicando che l’attenzione su questi episodi resti «sempre alta».

Il Consiglio dell'ordine distrettuale

Il Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro esprime la propria solidarietà ai due magistrati della Sezione Lavoro del Tribunale, Ilario Nasso e Tiziana De Mauro, oggetto nei giorni scorsi di gravi minacce. Al contempo, esprime sdegno e respinge con forza un’aggressione che deve ritenersi rivolta non solo e non già alla Magistratura ma all’intero sistema Giustizia.
Pur nella consapevolezza che tutti i protagonisti della giurisdizione mettano in conto di svolgere, in una terra difficile come la Calabria, una funzione che li sovraespone oltre modo, è innegabile che episodi come quello occorso ai giudici vibonesi debbano suonare come un allarme dì valenza nazionale.
Sulla giustizia, sui ritardi che accusa, sui problemi che l’attanagliano, sulla limitatezza delle risorse che le sono riservate, spesso si preferisce glissare nel dibattito pubblico preferendo enfatizzare, anche e spesso per opera dei mass media, aspetti che meno le appartengono per costituzione e natura. Quali il sensazionalismo, il giustizialismo, il protagonismo.
Episodi come quello di Vibo, al di là della matrice e della lettura che si vuole riservare loro, impongono una riflessione e, soprattutto, un fronte comune.
Perché minano un sistema già vulnerabile che deve ritrovare al suo interno anticorpi e difese. Si è certi che si farà, e in tempi stretti, piena luce sull’accaduto e ci si auspica che il dialogo fra magistratura e avvocatura sia sempre più stretto e profondo. Perché solo attraverso un cammino condiviso e una mutua comprensione si potrà offrire una servizio migliore per la collettività. Garantendo, nello stesso tempo, una barriera di protezione a quanti, come le dottoresse Nasso e De Mauro, quotidianamente si spendono per gli altri e alle quali il COA di Catanzaro rinnova i sensi della più sincera e affettuosa vicinanza.

Anm a Cartabia, subito misure

Le minacce con volantini anonimi lasciati dietro la porta degli uffici di cancelleria e rivolte ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia, Tiziana Di Mauro e Ilario Nasso, sono «allarmanti». In quel palazzo i presidi di sicurezza «sono inadeguati». E ora oltre alla «piena tutela dei magistrati direttamente coinvolti», occorre assicurare «ogni misura» in grado di «prevenire pericoli per l’incolumità dei magistrati e di quanti quotidianamente operano nel delicato settore della giurisdizione». E’ il pressante invito che l'Associazione nazionale magistrati rivolge alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e agli organi deputati alla sicurezza. «L'esercizio della giurisdizione in terra di mafia espone a rischio non solo i magistrati del settore penale ma anche coloro che operano, con analoga determinazione e spirito di servizio, nell’ambito della giustizia civile che a volte, nell’opera di ripristino della legalità, tocca interessi forti, posizioni di potere sclerotizzate, odiosi privilegi ritenuti acquisiti- nota la giunta dell’Anm- Da qui reazioni scomposte, minacce forse anche deliranti ma che danno la misura di come l’esercizio rigoroso della giurisdizione possa essere scomodo e mal tollerato». A preoccupare il sindacato delle toghe è anche «la facilità con cui si riesce ad avere accesso ai palazzi di giustizia, ora per lasciare scritti minatori che fanno trapelare, nel farneticante eloquio, conoscenza di aspetti della vita privata dei magistrati che ne sono destinatari; ora, e che non accada mai più, per attuare propositi folli di aggressione, anche armata, come avvenne non molto tempo fa al palazzo di giustizia di Milano». In particolare «nel palazzo che ospita gli uffici ove lavorano i colleghi Tiziana Di Mauro e Ilario Nasso i presidi di sicurezza sono inadeguati, affidati a poche guardie giurate senza corredo di telecamere o metal detector. I livelli di sicurezza sono innalzati solo in occasione dello svolgimento di udienze penali nell’aula bunker . Fuori da quelle limitate occasioni, la normalità quotidiana si attesta su livelli di trascuratezza inaccettabili».

Occhiuto: Giunta condanna con fermezza squallido episodio

“Sincera solidarietà ai giudici del lavoro del Tribunale di Vibo Valentia Ilario Nasso e Tiziana Di Mauro, vittime di ignobili e inaccettabili intimidazioni. Siamo certi che queste assurde minacce non intaccheranno in alcun modo il loro operato. Chi utilizza violenza, anche verbale, vada individuato, isolato, e perseguito. La Giunta regionale condanna con fermezza questo squallido e grave episodio”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

La condanna di Mangialavori

“Condanno con fermezza - sottolinea il senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori - il vile atto di minaccia nei confronti dei giudici del lavoro del Tribunale di Vibo Valentia Ilario Nasso e Tiziana Di Mauro, a cui va la mia massima solidarietà. Non è accettabile che due servitori dello Stato siano oggetto di così gravi intimidazioni da parte di malviventi che non esitano a diffondere pubblicamente i loro propositi di morte. Mi auguro si faccia luce al più presto su questo ultimo e inquietante episodio, nella convinzione che i giudici Nasso e Di Mauro sapranno trovare la forza e le ragioni per continuare il loro meritorio lavoro al servizio della comunità vibonese”.

La solidarietà di Magorno

«Solidarietà ai giudici del lavoro del Tribunale di Vibo Valentia Ilario Nasso e Tiziana Di Mauro vittime di un vile atto intimidatorio che, sicuramente, non fermerà il loro prezioso lavoro. La #Calabria vuole vivere una stagione nuova che abbia come punto fermo la legalità, per questo non possiamo non confermare il nostro pieno sostegno a chi, ogni giorno, lavora per sconfiggere ogni forma di malaffare. Siamo con voi». Così su Facebook il senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno.

Papillo, Cisal: "Provo sconcerto, massima solidarietà"

“Esprimo vivo sconcerto e sentita solidarietà ai giudici del lavoro del Tribunale di Vibo Valentia Tiziana Di Mauro ed Ilario Nasso, destinatari di gravissime intimidazioni. Sono sicuro che il vile atto, su cui mi auguro si faccia luce al più presto, non condizionerà l’azione e la serenità dei due giudici nel loro quotidiano impegno di affermazione della legalità a tutela dei cittadini, e non li distoglierà certamente dalla loro opera di efficace e serena applicazione della legge”. Così in una nota il Segretario provinciale della Cisal di Vibo Valentia, Vitaliano Papillo.

Ordine dei Consulenti del Lavoro: "Ferma condanna, piena solidarietà ai giudici"

Sconcertati ed attoniti davanti all’aberrante atto intimidatorio che ha colpito i Magistrati dott. Ilario Nasso e dott.ssa Tiziana Di Mauro della Sezione Lavoro del Tribunale di Vibo Valentia, esterniamo ferma condanna del vile atto e piena vicinanza. Agli stessi, il Presidente, i Consiglieri e tutti gli iscritti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Vibo Valentia, esprimono unanime la loro piena solidarietà. Auspichiamo che tali deprecabili azioni vengano prontamente e giustamente perseguite e non riescano nell’intento di scalfire la normale e serena attività di chi si prodiga ogni giorno a difesa della legalità, del lavoro e dei cittadini, rendendosi meritevole di stima, sostegno e riconoscimento.

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