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Catanzaro, giudici a cena da Pittelli. Il plenum del Csm non chiude il caso

Il procedimento torna in Prima Commissione. L’ex pm Nino Di Matteo legge le intercettazioni: un’immagine devastante

Giancarlo Pittelli

L’archiviazione sembrava cosa fatta e invece ieri il plenum del Csm ha deciso di riportare al vaglio della Prima Commissione il caso dei due giudici catanzaresi Giuseppe Perri e Pietro Scuteri. Resta quindi ancora aperto il procedimento per incompatibilità ambientale per i due magistrati, in servizio presso la Corte d’Appello del capoluogo calabrese, che parteciparono nel marzo del 2018 alla «cena per soli uomini» a casa dell’avvocato Giancarlo Pittelli, ora agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito della maxi inchiesta Scott Rinascita. Il primo esame della vicenda era terminato con una richiesta di archiviazione approvata con solo due voti favorevoli. Ieri però davanti al plenum lo stesso relatore della proposta di archiviazione, il laico del M5s Alberto Maria Benedetti, ha chiesto il ritorno in Commissione per ulteriori approfondimenti. La decisione è passata a larga maggioranza con 18 voti favorevoli.
La difesa dei due giudici Perri e Scuteri davanti alla prima commissione avevano spiegato che si era trattato di un unico episodio avvenuto soprattutto quando nessuno poteva sapere dell’indagine su Pittelli. Inoltre avevano evidenziato che i temi trattati durante la cena, quasi interamente registrata dagli inquirenti grazie al trojan installato nel cellulare di Pittelli durante l’indagine Scott Rinascita, erano stati assolutamente generici.

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