Vent’anni di carcere sono stati sollecitati per Giuseppe Sarcone Grande, accusato di aver retto la ’ndrina operante in Emilia ma pur sempre legata alla cosca madre dei Grande Aracri di Cutro, dopo gli arresti e le condanne dei fratelli Nicolino, Gianluigi e Carmine Sarcone coinvolti nei vari tronconi processuali scaturiti dall’operazione “Aemilia” del 2015.
Poi, 17 anni e 8 mesi sono stati proposti per Salvatore Muto e 16 anni e 4 mesi per Domenico Cordua.
Sono alcune delle 24 richieste di condanna (per 174 anni di detenzione totali), che ieri il pubblico ministero della Dda di Bologna, Beatrice Ronchi, ha proposto davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale felsineo, Claudio Paris, nell’ambito del procedimento di rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Perseverance”.
Si tratta del blitz scattato il 12 marzo 2021 con l’esecuzione di 10 arresti che, sulla scia delle indagini “Aemilia” e “Grimilde” (2019), ha messo sotto scacco le nuove leve ed alcune “vecchie conoscenze” del clan cutrese attivo tra Reggio Emilia, Modena, Piacenza e Parma.
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