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Stagionali, provocazione dell’Usb di Vibo: “Cercasi schiavi”

La costa tappezzata di volantini

Si muove in un mare di contraddizioni il mondo del lavoro. Mentre da una parte si cerca di creare e concretizzare nuova occupazione, mentre il rispetto delle regole viene posto come condizione prioritaria, mentre il contrasto alle forme di lavoro nero si fa sempre più pressante, nella stagione ideale per l’industria del turismo si verificano «situazioni al limite». E proprio sull’altare del settore turistico, trainante per l’economia calabrese, vengono immolate schiere di lavoratori nel silenzio assordante del guadagno. In nome di un unico obiettivo: il massimo profitto. E soprattutto, in nome di un unico dio: il denaro.
Tutte situazioni che l’Usb intende non far cadere nel dimenticatoio tanto meno avallando, appunto, il luogo comune e la narrazione, degli stagionali “reddito di cittadinanza dipendenti” perché «sono i contratti veri che mancano – spiega Antonio Jiritano – ed è da quelli che noi vogliamo si riparta non dai contratti capestro che vengono decisi dai datori di lavoro». Sulla scorta delle «situazione incredibili e al limite» raccolte attraverso testimonianze su un blog, l’Usb intende denunciare l’illegalità diffusa nel settore del lavoro stagionale. Testimonianze giunte soprattutto da Calabria e Sicilia. Molte quelle del Vibonese. Tant’è che proprio dal litorale vibonese (da Vibo Marina a Ricadi) è partita la provocatoria iniziativa dell’Usb che ha tappezzato di volantini la costa. «Cercasi schiavo... Si offrono paghe da fame e zero diritti», si legge tra l’altro.

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