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Catanzaro, la Dda: il notaio Rocco Guglielmo va condannato

I pm Calcagno e Sirleo hanno presentato appello contro l’assoluzione

Rocco Guglielmo

Riaprire l’istruttoria dibattimentale, riformare la sentenza di primo grado e quindi condannare l’imputato. È quanto chiede la Dda di Catanzaro che ha proposto appello contro la sentenza con cui il gup Simona Manna lo scorso 28 ottobre 2021 ha assolto il notaio Rocco Guglielmo, giudicato con rito abbreviato, nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo. Il professionista catanzarese era stato assolto dalle accuse di falsità ideologica e trasferimento fraudolento di valori con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. A trascinare il notaio nel blitz condotto dalla Dia era stata la cessione di quote societarie e la creazione di compagini aziendali, rispettivamente a favore e da parte di prestanomi albanesi, avvenute con atti pubblici rogati nello studio notarile di Guglielmo. Il gup nella sentenza ha ritenuto «insufficiente la prova della complicità del notaio, della sua consapevolezza sulla conoscenza della lingua italiana da parte dei soggetti albanesi e, dunque, della falsità ideologica degli atti rogati». In pratica secondo il gip non è dimostrato che il notaio si fosse reso conto che i cittadini albanesi non parlassero bene la lingua italiana. Anche le conversazioni del 28 maggio 2018 nelle quali il principale indagato, l’imprenditore Antonio Gallo, ora ristretto al 41bis e il commercialista Francesco Le Rose, avvisavano la necessità di ricorrere al notaio Guglielmo tramite l’imprenditrice Glenda Giglio per la stipula degli atti di cessione di quote societarie, non sarebbero sufficienti a sostenere che il professionista si fosse reso conto delle irregolarità sottese agli atti da stipulare. Di parere opposto i sostituti procuratori Veronica Calcagno e Paolo Sirleo.

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