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Mare verde a Vibo? Colpa di un’alga flagellata. A “nutrirla” fanghi e scarichi illegali

La Stazione zoologica Dohrn analizza i campioni prelevati nelle acque di Curing

La grande massa di fanghi non trattati, gli scarichi illegali e le alte temperature del mare (6° di aumento): ecco fatto l’innesco che ha provocato nelle acque del Tirreno calabrese il proliferare abnorme di un’alga unicellulare flagellata «che forma conglomerati responsabili della colorazione verde delle acque costiere».
A questa conclusione è giunta la Stazione zoologica “Anton Dohrn” in seguito all’esame dei campioni prelevati nel mare di Curinga, zona a un tiro di schioppo dal litorale di Pizzo dove il fenomeno è stato più volte segnalato, soprattutto negli ultimi giorni. Al netto delle altre sostanze che in questi giorni hanno lordato e violentato il mare non dando tregua e respiro a turisti e operatori balneari, la presenza dell’alga non viene considerata nociva per la salute umana.
Ma tutto l’insieme è un po’ come il cane che si morde la coda perché se non ci fosse stato un apporto più che consistente di “nutrienti” in mare forse il fenomeno – considerato l’ aumento esponenziale delle temperature – sarebbe stato di minore entità. C’è da tenere presente, infatti, che ciò che per l’ecosistema marino viene considerato «cibo» altro non è che l’apporto di «sostanza organica, di fogna, concimi» e via discorrendo. Se questi fattori non ci fossero stati forse il processo avrebbe seguito un iter diverso.

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