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Crotone, il potere asfissiante dei Barilari-Foschini: come si è “evoluta” la cosca negli anni

Le motivazioni della sentenza “Hermes” emessa dalla Cassazione

Corte di Cassazione

All’indomani dei fermi scattati nel 2008 con l’inchiesta “Heracles” che mise all’angolo la cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura-Ciampà di Crotone, «il gruppo Barilari-Foschini cominciò ad imporsi» come clan «profittando degli spazi criminali» che s’erano venuti a creare «per effetto delle operazioni di polizia e giudiziarie che avevano determinato l'arresto dei soggetti di vertice e di molti partecipi alla locale di 'ndrangheta e alle altre 'ndrine».
Le motivazioni della sentenza con la quale, lo scorso 24 maggio, la Cassazione ha reso definitive 10 condanne, per complessivi 94 anni di carcere, a carico di altrettanti imputati coinvolti nel blitz “Hermes” del 2018 coordinato dalla Dda di Catanzaro, ricostruiscono l’ascesa della cosca Barilari-Foschini, oltre a descrivere il controllo asfissiante che la ’ndrina praticava sui commercianti ambulanti della fiera mariana. «Si è trattato – scrive la Suprema corte - di una progressiva affermazione, con acquisizione in proprio della capacità di intimidazione e dunque del cosiddetto patrimonio mafioso, anche in forza dei precedenti rapporti con la cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura-Ciampà», da sempre dominante a Crotone. Allo stesso tempo, sottolinea il collegio presieduto da Vincenzo Siani, «il gruppo Barilari-Foschini si affermò come gruppo mafioso anche sfruttando la fama criminale della cosca (vale a dire i Vrenna-Corigliano-Bonaventura-Ciampà, nda) sotto la cui egida aveva negli anni operato sul terreno del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti», così da essere «percepita, pur avendo autonoma struttura e capacità operativa, come una derivazione della preesistente associazione».

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