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Lamezia, clima di «terrore» nei punti vendita: dipendenti sgridate davanti ai clienti

Nuovi particolari emergono dall’inchiesta “Mari neri” della Procura e della Guardia di finanza lametina

«All’interno del punto vendita c’era un clima lavorativo molto teso. Ricordo che avevamo paura anche di prendere un caffè in quanto in più occasioni Pasqualino Perri mi ha rimproverato anche davanti ai clienti». È uno dei tanti passaggi chiave dell’inchiesta “Mari neri” condotta dal Gruppo della Guardia di finanza di Lamezia contro un presunto giro di sfruttamento del lavoro da parte del gruppo imprenditoriale Perri, operante nel settore della grande distribuzione.
A rivelare quanto avvenisse all’interno dei supermercati gli stessi dipendenti, sentiti a più riprese dagli investigatori. Tutti hanno riferito circostanze non solo riguardanti i compensi ridotti rispetto a quanto dichiarato nella busta paga mensili, ma anche delle «angherie» che sarebbero avvenute all’interno dei punti vendita. Nelle 247 pagine dell’ordinanza emessa dal Giudice delle indagini preliminari Francesco De Nino, su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia, tanti sono i fatti ripercorsi: anni di «soprusi» e «angherie» subite soprattutto dalle dipendenti. «Non potevamo scambiare neanche una parola tra noi colleghe anche per motivi di lavoro - racconta ai finanzieri una commessa - ricordo che un giorno ho chiesto ad una mia collega cassiera di cambiarmi 5 euro in monete e Perri, che era vicino alle casse, ha visto la scena e davanti ai clienti ci ha rimproverato dicendo di finirla di perdere tempo».

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