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Limbadi, il rapporto “finto” tra i fratelli Mancuso Luigi e Antonio “né amici né nemici”

Un genero del boss chiede: «Si sono avvicinati?» L’altro: «Non esiste»

Una conversazione durata circa tre ore in un appartamento milanese. A parlare sono due cognati: entrambi calabresi, hanno sposato le figlie di Antonio Mancuso, 83enne ritenuto tra i capi del clan di Limbadi. Si tratta di Luigi Aquilano (44 anni, di Tropea) e Salvatore Comerci (37 anni di Nicotera). Tutti e due vivono a Milano e, nell’ottobre del 2018, parlano a lungo nella casa di Aquilano, finito in carcere nella recente operazione “Medoro” in cui è indagato a piede libero anche Comerci. Ad ascoltare i loro fitti discorsi sono i carabinieri del Ros che li intercettano su delega della Dda di Milano.
I due, ricostruisce il gip nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita nei giorni scorsi, toccano diversi argomenti. Aquilano inizia a parlare lamentandosi del comportamento di sua moglie (non indagata), colpevole - a suo dire - di aver esagerato nel raccontare alla madre notizie riguardanti la loro neonata attività commerciale, il bar “La legge dei sapori” di via Manara che, all’epoca della conversazione, aveva aperto da poco più di un mese.

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