La spia rossa è accesa a causa dei crescenti accessi al Pronto soccorso che richiedono l’intervento dell’unità di pediatria. Non si tratta di traumi o atti di violenza fisica. Ma di giovani, talvolta giovanissimi, che raggiungono quotidianamente l’ospedale di Soverato per intossicazioni acute di alcol e coma etilici. Almeno quattro a settimana, denuncia il primario di pediatria Giuseppe Tuccio che fotografa una situazione preoccupante.
L’ascesa segue fatalmente la scia della movida e dei festini (finora limitati per le restrizioni anti-Covid), che hanno abbassato dopo la fine del lockdown in maniera significativa l’età dei loro frequentatori per lo più giovanissimi che diluiscono un evidente disagio nell’uso e abuso di alcol e droghe. Un fenomeno che si alimenta spesso sottotraccia e che sfugge ai radar delle famiglie, ma non alle antenne dei medici dell’ospedale soveratese. «Sono tanti gli adolescenti ad arrivare in pronto soccorso in coma etilico – spiega Giuseppe Tuccio – ignari delle conseguenze che può avere l’abuso di alcol. Parliamo anche di intossicazioni che portano a differenti livelli di coma: da quello di primo grado a quelli che richiedono ricoveri in terapia intensiva». «Fortunatamente – aggiunge Tuccio – non abbiamo registrato fin ora casi estremi e siamo riusciti a contenere gli interventi in ricoveri brevi, ma è importante sensibilizzare gli adolescenti e le famiglie sul tema, anche perché spesso i genitori, avvisati in piena notte, confermano di non essere a conoscenza dei comportamenti rischiosi dei loro figli. Molti arrivano in Pronto soccorso anche per intossicazione da sostanze stupefacenti come cannabinoidi, e cocaina».
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