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Catanzaro, giudici incompatibili: a rischi il processo "Rinascita Scott"

La decisione della Corte d’Appello, che ha accolto la ricusazione della presidente Brigida Cavasino e del giudice a latere Gilda Romano

Processo Rinascita Scott

Rischia di avere serie ripercussioni sulla prosecuzione dell’intero maxiprocesso nato dalla storica operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata Rinascita Scott la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro, che ha accolto la ricusazione di due giudici del Tribunale collegiale di Vibo Valentia - la presidente Brigida Cavasino e il giudice a latere Gilda Romano - pronunciandosi su un precedente annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione.

In pratica, la Corte d’Appello ha ritenuto i due giudici incompatibili con la trattazione del processo per quanto attiene l’imputato Giuseppe Accorinti, ritenuto il boss di Zungri, ma soprattutto uno dei tre vertici della 'ndrangheta vibonese. I due giudici a marzo 2021 (il maxiprocesso si è aperto a gennaio 2021) avevano presentato richiesta di astensione essendosi già occupate di Accorinti con altra sentenza nata dall’operazione Nemea. La loro richiesta era stata però respinta dal presidente del Tribunale di Vibo (giudice Antonino Di Matteo) e poi dalla Corte d’Appello di Catanzaro la cui decisione era stata però annullata con rinvio dalla Cassazione. Ora, quindi, l’accoglimento della ricusazione dei due giudici presentata dai difensori di Accorinti (avvocato Sabatino e Garisto). La Corte d’Appello ha così anche dichiarato inefficaci tutte le prove raccolte sinora nel processo contro Accorinti, accusato di associazione mafiosa insieme ad oltre 300 imputati.

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