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Diritto alla salute sempre più a rischio. Il “caso Vibo” sui tavoli della Regione

La carenza di sanitari nelle strutture della provincia ormai è un’emergenza ordinaria. Il presidente della Commissione Comito pensa a «una regia centrale per il personale». Critico il consigliere Mammoliti che invece ipotizza la chiamata di medici dell’esercito

Il diritto alla salute rimane una chimera nel Vibonese. E i tentativi di mettere ordine nel sistema sanitario, da parte della politica e degli addetti ai lavori, si vanno spesso a scontrare con le carenze di personale, di strutture e di attrezzature che, da anni, costringono questo territorio a fare i conti con il dramma di una sanità malata. Carenze che, nel periodo estivo, a causa dell’aumento della popolazione cui fa da contraltare la richiesta di ferie del personale, diventano enormi.
Eppure, non si può dire che tutto sia rimasto fermo negli ultimi mesi. Un certo lavoro è stato fatto su più livelli. A chiarirlo alla Gazzetta del Sud, è stato lo stesso presidente della Commissione regionale sanità Michele Comito: «Dobbiamo dare atto all’Asp – ha chiarito ieri Comito – che i concorsi siano partiti e che si sta adoperando in modo instancabile per assumere e dare personale qualificato allo Jazzolino».
Ovviamente, «dopo tanti anni di commissariamento – ha rimarcato – le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, specie in alcune branche dove non si trovano specialisti. L’amarezza spesso – ha sottolineato Michele Comito – sta nella constatazione di difficoltà enormi nonostante gli sforzi che nel presente si stiano mettendo in campo. Basti pensare che si è persino ritenuto di stipulare un contratto con specialisti pensionati che possano dare una mano a reparti che già conoscono».

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